Analisi
scientifica del controllo delle Cadute (Ukemi)
Tali tecniche sono basate su un principio
di fisica ergonomica chiaro e preciso, consistente nell'assorbimento
dell'energia cinetica del corpo proiettato attraverso due semplici meccanismi
energetici:
un processo dissipativo: assorbimento
di una parte dell'energia cinetica (d'impatto), che si trasforma in energia
cinetica rotazionale, dissipandosi;
un processo impulsivo-reattivo: assorbimento
della rimanente parte dell'energia cinetica (d'impatto), mediante la battuta
del braccio che provoca, per il terzo principio della dinamica, una reazione
di smorzamento.
L'intero processo di assorbimento dell'energia
è complesso ed avviene in più fasi, coscienti ed inconsce.
Durante le proiezioni di Judo l'atleta che
viene proiettato, nel corso della fase di volo, passa attraverso le seguenti
fasi :
prima (inconscia) del processo impulsivo-reattivo,
prima (inconscia) del processo dissipativo,
seconda (cosciente) del processo dissipativo,
seconda (cosciente) del processo impulsivo-reattivo,
in cui è sottoposto :
ai riflessi posturali del collo, che provocano
un aumento del tono muscolare nei flessori degli arti superiori, come preparazione
inconscia, alla battuta del braccio sul tatami;
ai riflessi posturali del labirinto dell'orecchio
interno 1,
che provocano un'estensione inconscia degli arti inferiori. Questa azione
produce un aumento del momento d'inerzia del corpo e conseguente rallentamento,
con diminuzione della velocità di rotazione;
alla parte rimanente dell'energia cinetica (d'impatto)
che viene dissipata come energia rotazionale (d'oscillazione), poichè
l'atleta si pone consciamente in una posizione raccolta curva (che ha il
pregio di rettificare le lordosi cervicale e lombare con la cifosi dorsale,
tutte e tre curvature fisiologiche della spina dorsale, con la funzione
di ammortizzare i salti e le cadute verticali sui piedi rendendo la caduta
in avanti più sicura anche da un punto di vista meccanico-ortopedico);
alla parte dell'energia cinetica (d'impatto)
non dissipata in oscillazioni e smorzata con la trasmissione di un impulso
(battuta del braccio teso facente angolo di 35°-45° con il corpo)
che, sempre per il terzo principio della dinamica, provoca un ulteriore
rallentamento del corpo che cade a causa della reazione (impulso) uguale
e contraria che esso riceve dal tatami.
Con la battuta vengono minimizzati ulteriori
danni possibili, rendendo più ampia la superficie d'impatto (regione
scapolare, braccio e fianco). Questo implica una diminuzione della pressione
subita dal corpo a causa del conseguente aumento della superficie su cui
è applicata la forza d'impatto, prevenendo la spiacevole possibilità
del danno agli organi interni provocato dall'arresto quasi istantaneo della
caduta.
E' possibile descrivere i meccanismi di dissipazione
dell'energia e l'arresto della caduta in modo formale:
Se l'energia totale è E = 1/2mv2+
1/2
Iw2 si potrà indicativamente
scrivere
1/2mv22+
1/2
I2w22
- 1/2 I2w22
= 1/2mv22(dissipazione
in oscillazione); poiché 1/2mdv22@
Fdr e mdv2@
Fdt,
se dr e dt sono trascurabili si potrà scrivere
Fdr - Fdt @ 0
(arresto dopo la battuta)
Ora, essendo la pressione tradotta come forza
su unità di superficie, si ricava che a parità di forza
una superficie maggiore "subirà" una pressione minore, cioè:
a forza costante, S2 > S1Þ
P2
< P1.
Nota 1 :
L'orecchio
interno è sede di due importanti stazioni sensoriali: l'organo
dell'udito (la coclea) e l'organo dell'equilibrio (l'apparato vestibolare).
Questi due organi, pur svolgendo funzioni sensoriali così diverse
tra loro, sono accumunati dal fatto di utilizzare lo stesso "sensore" vale
a dire la cellula ciliata. Si tratta di un recettore sensoriale (meccanocettore)
capace di segnalare non solo l'intensità e la durata di uno stimolo
ma anche, cosa unica, la direzione con cui viene applicato. Tali recettori
infatti sono dotati di attività spontanea che viene aumentata se
la flessione delle ciglia avviene in una direzione e diminuita quando la
flessione avviene in direzione opposta; questo semplice artificio permette
alla cellula di "capire" la direzione dello stimolo che l'ha colpita.
Descriviamo ora brevemente
le principali caratteristiche di questi "sensori". Si tratta di cellule
polarizzate funzionalmente, cioè che mostrano chiare differenze
morfologiche e strutturali tra il loro polo apicale ciliato e quello baso-laterale.
La superficie apicale, provvista di ciglia costituisce la porzione meccano-sensibile;
la porzione baso-laterale, invece, è in grado di attivare, mediante
la liberazione di un neurotrasmettitore (il glutammato) le terminazioni
delle fibre nervose afferenti che contattano il polo basale della cellula
ciliata stessa. Le fibre nervose convertono poi il messaggio chimico delle
cellule ciliate in una scarica di potenziali d'azione che viene inviata
al Sistema
Nervoso
Centrale
(SNC). A livello delle macule, le ciglia delle cellule ciliate
sono immerse in una sottile lamina gelatinosa detta membrana otolitica.
Appoggiati su tale membrana vi sono gli otoliti, e cioè piccoli
sassolini di carbonato di calcio. A causa di questi sassolini, la densità,
e quindi il peso, della membrana otolitica è maggiore di quello
dell'endolinfa circostante. Ciò crea un sistema inerziale
(un sistema in cui valga il
principio d'inerzia - per un corpo non
soggetto a forze l’accelerazione e’ nulla - Tutti e soli i sistemi di riferimento
in moto rettilineo uniforme rispetto a un sistema inerziale sono inerziali)
in grado di monitorare sia il vettore gravità che le accelerazioni
lineari del capo. Entrambi questi stimoli infatti provocano uno spostamento
della massa otoconiale, e quindi della membrana otolitica, che, flettendo
le ciglia in essa immerse, determina la stimolazione delle cellule sensoriali.
Poiché anche questi recettori sono dotati di attività spontanea
che viene modulata, aumentata o diminuita, dalla flessione delle ciglia,
anche gli organi otolitici sono in grado di "capire" la direzione secondo
cui viene applicato lo stimolo meccanico (in altre parole di capire se
si tratta di una accelerazione o di una decelerazione).
Il complesso 'organi otolitici-canali
semicircolari' formano quindi un sistema in grado di percepire qualsiasi
accelerazione (lineare, angolare, torsionale, ecc.) a cui viene sottoposto
il capo. Queste informazioni vengono poi utilizate dal SNC per innescare
una serie di riflessi intesi da un lato a stabilizzare l'immagine sulla
retina (il riflesso vestibulo-oculomotore) e dall'altro, mediante riflessi
stato-tonici e stato-cinetici, a garantire l'equilibrio sia in condizioni
statiche che dinamiche.
E' interessante
notare che se, per qualche ragione, avvengono rapide ed improvvise variazioni
dell'attività spontanea di uno qualunque dei canali semicircolari
o degli organi otolitici, la sensazione che noi avvertiremo sarà
quella di subire una rotazione nel piano del canale interessato o, nel
caso di un organo otolitico, una sensazione di instabilità.
Variazioni dell'attività
spontanea degli organi labirintici provocano pertanto turbe più
o meno complesse dell'equilibrio che possono andare da modeste sensazioni
di instabilità fino a violentissimi attacchi di vertigine.