Difesa Personale



Si tratta della "riscoperta" delle potenzialità difensive che ciascuno di noi possiede,  attraverso lo sviluppo consapevole di appropriati meccanismi psicofisici.
Conoscendo un metodo di autodifesa, sarà possibile prevenire situazioni eccessivamente rischiose o contrastare aggressioni non previste, almeno per limitare i danni nel caso si fosse costretti a reagire ad una violenza.  Il metodo è basato su un'attività utile per il benessere fisico e psicologico dei praticanti; economia ed efficacia sono termini chiave, in relazione all'energia e risultato ottenuto.

Quando osserviamo una tecnica, sia questa d’attacco o di difesa, il nostro compito è di valutarla con spirito critico.

La D. P., in  generale, non è uno sport da combattimento o un’arte marziale classica, ma sviluppa un modello delle due situazioni 'DIFESA PERSONALE' (propriamente detta) e 'COMBATTIMENTO CORPO A CORPO', con la seguente distinzione:


 

Operativamente ... (quando gesti o parole non dissuadono)

In caso d'aggressione le possibilità sono tre:

  1. non reagire, dopo aver valutato un pericolo di bassa entità;
  2. scappare, avendo tempo e distanza per farlo;
  3. reagire usando degli oggetti, qualsiasi cosa, altrimenti usare il corpo.
Il possesso di una condizione psicologica ad entrare nel combattimento, se necessario, è fondamentale. Questo si può creare con un buon allenamento, anche agonistico, poiché mente spirito e corpo si condizionano e completano a vicenda.

Siamo di fronte ad attacchi reali che richiedono difese reali (nei limiti dell'esercizio preparatorio svolto), dunque l’identificazione di un evento, per poterlo controllare, è tanto più importante e rapida quanto più vario è l’allenamento:  il cervello riconosce con maggior efficienza/velocità eventi dai quali è stato già sollecitato;  ad una corretta identificazione corrisponderà una decisione rapida e quindi la reazione appropriata.

Ma non è tutto: l'effetto sorpresa, esercitato solitamente in caso di attacco, non ci permette (in generale e per quanto si possa essere tempestivi nel difendersi) di adottare la contromisura individuata in modo sufficientemente repentino. Ecco allora che assecondando inizialmente e nel modo opportuno (tale da salvaguardare la nostra incolumità) la forza dell'aggressore - "cedendo" cioè alla direzione della dinamica imposta - avremo il tempo per effettuare quell'identificazione così importante che ci consentirà di "replicare" in maniera adeguata (trasformando il campo di forze mediante tecniche applicabili secondo la corretta interpretazione degli atti motôri) e nel rispetto dei canoni usuali della leggittima difesa, cioè commisurando la nostra reazione all'entità dell'attacco subìto.  In caso di colluttazione "obbligata" può essere utile ridurre la distanza per anticipare le mosse dell'avversario, attraverso la ricerca del contatto a corpo, che aiuta a migliorare la sensibilità verso le minime vibrazioni, segnali di moto incipiente.

L’obiettivo principale deve rimanere la tattica, strumento  per realizzare a tecnica (che merita sempre una grande cura e attenzione).
Alcuni criteri di allenamento per lo sviluppo delle capacità tattiche si basano essenzialmente su metodi di controllo della fase competitiva, rilevazione statistica degli errori commessi, elaborazione di test, studio di filmati, ricostruzione delle situazioni particolari.
Una buona tecnica non si rivela quasi mai efficace senza una buona tattica  e "presenza di spirito".


Alcuni esempi  "a mani nude"


Tai-Chi

Aikido

Judo tradizionale

Yoseikan Budo

MGA - FIJLKAM


( forme tipo TaiJiQuan )

                    


Difesa1 Difesa2 Difesa3 Difesa4
Difesa5 Difesa6 Difesa7 Difesa8
Difesa9 Difesa10 Difesa11 Difesa12
Difesa13 Difesa14 Difesa15 Difesa16
Difesa17 Difesa18 Difesa19 Difesa20
Difesa21 Difesa22 Difesa23 Difesa24
Difesa25 Difesa26 Difesa27 Difesa28




 

( forme tipo  Aiki )

                   


 



 

( le prime 12 azioni del Kodokan-GoshinJutsu )
 

( Uke attacca, Tori si difende )

1. Ryote dori - presa anteriore ai polsi, con colpo di ginocchio all'inguine

difesa :  rotazione del corpo, con presa della mano di U.; colpo al collo e doppia leva al gomito e polso (ude gatame + kote gaeshi).
2. Hidari eri dori - presa al bavero, spingendo

difesa :  rotazione del corpo e disimpegno dalla presa, pugno laterale alla tempia; leva al gomito, portando U. al suolo.
3. Migi eri dori - presa al bavero, tirando

difesa :  bloccaggio della mano di U., pugno "montante" al volto; rotaz. del busto e proiezione a seguire, con U. che può essere lasciato dopo la caduta oppure trattenuto e controllato con leva su mano e polso.
4. Kata ude dori - presa al braccio, da dietro (con leva articolare al gomito)

difesa :  T. cede all'azione per prendere successivamente U. "d'incontro", flettendo il braccio che ha subito la presa e impostando una rotazione del corpo; T. effettua un calcio laterale (yoko geri) sul ginocchio avanzante di U., prima di completare la tecnica effettuando una leva su spalla e polso (waki gatame + kote gaeshi).
5. Ushiro eri dori - presa al colletto, da dietro (tirando verso il basso)

difesa :  T. si gira sul posto (indietreggiando appena), bloccando fra collo, spalla e la propria mano la m. che offende; esegue un pugno diretto all'addome di U.;  la tecnica si conclude con una leva articolare al br., mentre viene effettuata una rotazione favorevole alla distensione dell'arto superiore di U. precedentemente trattenuto. 
6. Ushiro jime - strangolamento (adaka jime), da dietro

difesa :  presa del br. che opprime il collo, ruotando opportunamente il corpo e liberando il capo; T. effettua una leva articolare al br. di U. portandolo a terra.
7. Kakae dori - presa in cintura al corpo, da dietro

difesa :   T. inspira ed effettua (espirando) un colpo con il tallone sul piede più vicino di U., aprendo contestualmente le proprie braccia; ruotando, viene mantenuto l'aggancio al br. di T., che per liberarsi dalla leva sulla spalla dovrà effettuare una caduta in avanti.
8. Naname uchi - pugno obliquo alla tempia

difesa :  T. "intercetta" specularmente il colpo con la mano, portando quella di U. internamente alla posizione di guardia, mentre con l'altra m. si porta verso il collo dello stesso U.; avendo impostato ormai una rotazione del corpo che ha squilibrato l'avversario, T. esegue una "scivolata" con la gamba (o-soto-otoshi) dentro la posizione di appoggio di U., portandolo a terra in maniera controllata.
9. Ago tsuki - pugno al mento, dal basso ("montante")

difesa : lieve spostamento del mento di T. verso l'alto, per impedire al pugno di U. di offendere; presa della mano di U. nel momento in cui l'energia del colpo si esaurisce; effettuazione di una doppia leva articolare (polso + spalla, braccio di U. piegato) tipica dell'aikido (sankyo), con proiezione "liberatoria" di U. avanzando.
10. Ganmen tsuki - pugno "diretto" al viso

difesa :  T.,  ruotando il bacino, avanza con il corpo ed effettua un colpo alla schiena di U. (zona renale);  termina la tecnica controllando l'avversario con uno strangolamento (adaka jime), restando in piedi. 
11. Mae geri - calcio all'inguine

difesa : T. effettua uno spostamento rotatorio del bacino, che gli consente di evitare il colpo; afferra, con la mano più vicina, il piede di U.; spinge infine la gamba di U. (che cade all'indietro) dopo averne girato il piede verso l'esterno con l'aiuto dell'altra m. 
12. Yoko geri - calcio "laterale" (avanzando sulla diagonale)

difesa :   procedendo sulla stessa linea d'attacco, T. esegue una parata con il braccio; afferra da dietro (verso il basso) le spalle di U., che lascia cadere controllando la dinamica dalla posizione di kioshi (ginocchio alzato).



( lo Yoseikan Budo )

Fra le arti marziali nipponiche (etimologicamente ‘BuJutsu’ da BU = combattimento + JUTSU = arte, tecnica), lo ‘Yoseikan’ - in quanto metodo  che si distingue per l'enfasi posta su alcune considerazioni di ordine fisico-meccanico (propagazione dell'onda energetica) - esalta ad un tempo l’aspetto razionale e la verifica sperimentale ponendo, in ultima analisi, l’attenzione sull’abilità dell’individuo a costruire una propria autentica ricerca.

                    

L’influenza più importante per lo sviluppo di quest'arte è stata quella del Prof. Jigoro Kano (fondatore del kodokan Judo) e del grande Maestro - "O" Sensei - Morihei Ueshiba (fondatore dell’Aikido).

J. Kano           M. Ueshiba

L’opinione che le A.M. fossero distorte nella loro interpretazione durante il 20° Secolo a causa della pretesa eccessiva specializzazione e suddivisione in discipline separate e distinte (alcune delle quali trasformate poi in sport), indusse il Mo. Minoru Mochizuki (assistente 10° dan di Ueshiba e allievo diretto del M° Kano) a riunire e codificare una significativa collezione di tecniche all’interno di una struttura originale coerente, portando come frutto un sistema unitario accurato ed estremamente efficace.

                    

E’ molto importante possedere delle buone basi per poterle applicare creativamente ad una quantità di altri contesti;  lo Yoseikan consta di tecniche provenienti dal Judo/Ju-Jutsu, Aikido e Karate (modificate); l’uso delle armi (Katana, Bo, Jo, Ken, Tambo, Tanto, Nunchaku, Tonfa), viene insegnato così come avviene nelle singole discipline tradizionali.

Ad un livello superiore di preparazione abbiamo gli stili cosiddetti “adattati” (che si possono combinare fra loro), comprendenti lo Yoseikan aiki (Aiki-Jutsu), lo Yoseikan kempo (Karate classico), il Ken-Jutsu, lo Iai-Jutsu e il Kobudo.
In questo modo, per esempio, si potrà rispondere ad attacchi tipici del Karate con degli spostamenti caratteristici dell’Aikido, per applicare infine tecniche proprie del Judo/Ju-Jutsu.

Ai novizi viene generalmente proposto un lavoro che riguarda il corretto modo di cadere ed eseguire tecniche di anca, come imparare a controllare i movimenti di gambe e braccia, i primi ‘kata’ (o forme / 'modelli dinamici' di riferimento);  dal 3^ al 1^ Kyu (i tre gradi precedenti la ‘cintura nera’) ci si focalizza sull’Aikido ed - in generale - le tecniche "JU" di matrice (geograficamente e storicamente) diversa.


Riferimenti :  
  1. Metodo e Modello d'insegnamento nelle Arti M.
  2. Teoria della competizione sportiva nelle Arti M.
  3. Processi Mentali nelle attività motorie
  4. Capacità Motorie
  5. l'abilità competitiva
  6. Glossario Arti M.
  7. lo 'Yoseikan Budo' (fonte Wikipedia)
  8. 'the Yoseikan Budo style'
  9. 'a brief history of Yoseikan Budo'
  10. 'Il Metodo Globale di Autodifesa' di G. Locantore e G. Maccaro (ISBN 88-272-1452-6, Ed. Medit. 2002)


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